Benvenuti nell'Archivio. Non cercate, uscite.
Qui, tra scaffali che si moltiplicano nel buio e corridoi che si chiudono alle spalle, un uomo - senza nome, senza passato - compie un rito ossessivo: estrae, legge, cataloga, ripone. Ogni scheda che tocca reca un volto, un nome… e ogni nome cancellato sembra far sparire una persona dal mondo. Presto, i documenti mutano sotto le sue dita. Biglietti firmati con la sua stessa mano appaiono dal nulla. Un'ombra lo segue, silenziosa. La memoria gli si sbriciola: non ricorda un pasto, un sonno, un giorno fuori da quelle mura. Forse non ce n'è mai stato. Forse non c'è mai stato nulla, fuorché l'Archivio.
"Non ho mai dormito" è un incubo claustrofobico che avvolge il lettore in un labirinto di carta, inchiostro e follia. Un horror psicologico che non urla, ma sussurra - domande che graffiano l'anima: Se nessuno ti ricorda… sei mai esistito? E se l'Archivio non fosse un luogo… ma te?
Un romanzo che dissolve il confine tra realtà e allucinazione, tra identità e oblio. Per chi ama Borges, Kafka, Lovecraft - ma anche chi cerca un'esperienza letteraria che lo perseguiti anche dopo l'ultima pagina. Chiudi il libro? L'Archivio non ti lascerà.