Questo studio, unico nel suo genere, ridefinisce il dibattito sulla scienza e la vaccinologia in particolare, sfidando con audacia i paradigmi consolidati. Nel testo:
- si demistifica il riduzionismo scientifico contemporaneo;
- si denuncia la formazione unilaterale degli "esperti", svelandone l'inattendibilità;
- si opera un chiaro distinguo fra scienza autentica e scientismo, caratterizzato da un fideismo cieco e insidioso;
- si smaschera il pericolo dello "scetticismo dogmatico" dimostrando la sua affinità con il fanatismo;
- si sottolinea l'incomparabile superiorità di una mente aperta rispetto alla semplice competenza tecnica.
Il saggio trae spunto dai grandi epistemologi del XX secolo e, tramite un rigoroso vaglio delle fonti primarie, ricostruisce il dibattito storico sorto in merito alla pratica vaccinale, evidenziando la strenua opposizione manifestata all'epoca da esponenti prestigioni della comunità medico-scientifica.
Il titolo evoca la tragedia in Antigone, in cui si sublima il perenne dissidio fra "giustizia" e "legalità", riaffermando la preminenza dell'ethos soggettivo, conforme al diritto di natura, rispetto alla rigidità della norma positiva, nell'intento di sovvertire l'arbitrio dell'autorità costituita. In tal senso, l'imposizione di un obbligo vaccinale viene giudicata non solo politicamente illegittima, ma anche priva di fondamento scientifico e, nel complesso, socialmente deletria.