Questo quarto volume di Sovranità, libertà e partecipazione. Per un'etica politica globale raccoglie alcune precisazioni su tre argomenti: il diritto costituzionale; la privatizzazione di alcune funzioni che dovrebbero essere di competenza politica, come il controllo della finanza; ed infine la "questione ebraica", che è tornata ad essere cruciale dopo l'attentato compiuto da Hamas e la sanguinoso risposta militare israeliana.
Oggi i diritti dei cittadini vengono ridotti, anche per mezzo di presunte "riforme costituzionali" che sono in totale contrasto con ogni vera democrazia liberale. Inoltre le democrazie occidentali prendono delle decisioni che, pur essendo legali, sono totalmente illegittime, quando garantiscono alla finanza una libertà d'azione che invece negano ai cittadini.
Infine lo Stato d'Israele si mantiene in un equilibrio molto precario fra un'impostazione democratica ed una che non possiamo che definire teocratica (quella della "destra" religiosa, che non vorrebbe riconoscere nessuna autonomia politica alla Palestina occupata da Israele nel 1967).
Certo, l'utopia universalistica kantiana è oggi del tutto irrealizzabile. Ma la politica e il diritto, se perdono una dimensione utopica, finiscono per ridursi a piatti compromessi fra interessi contrastanti, fra i quali non sono mai rappresentati quelli dei singoli cittadini.