Il volume descrive l'iter artistico e intellettuale di Enrico Prampolini (Modena, 1894 - Roma, 1956) nel decennio compreso fra l'allontanamento dal futurismo (1915) e la prima esposizione del ricompattato movimento alla Biennale di Venezia (1926). Le mostre, gli articoli, le polemiche, episodi prima di adesso noti singolarmente ma non sorretti da uno sguardo d'insieme, fanno emergere la figura di un artista "promotore", brillante e scomodo, capace di inserirsi nei dibattiti europei con la sicurezza di un maestro ormai affermato. Principale tramite tra "prima" e "seconda" stagione futurista, ebbe stretti contatti con i rappresentanti delle avanguardie artistiche europee, in particolare con Pablo Picasso, Vasilij Kandinskij e Jean Cocteau. Contemporaneo dei più importanti movimenti artistici del Novecento - dadaismo, Bauhaus, De Stijl - occupa un posto a sé nel panorama europeo dell'arte astratta. Prefazione di Enrico Crispolti.