Fra i carmi più celebri in assoluto della storia letteraria italiana, "Dei sepolcri" rappresenta un manifesto della poetica e dell'indole personale di Ugo Foscolo. Composto fra l'estate e l'autunno del 1806, durante il soggiorno bresciano del poeta, esso prende polemicamente le mosse da quanto emanato nell'Editto di Saint Cloud (1804), in quello stesso anno esteso anche ai territori del Regno d'Italia napoleonico. In esso si stabiliva l'obbligo di seppellire i defunti in luoghi posti all'esterno degli abitati, in zone salubri e senza la discriminazione sociale rappresentata dalle iscrizioni. Rifacendosi all'esempio della basilica fiorentina di Santa Croce, invece, Foscolo individua nei cimiteri un luogo non solo sacrale, ma anche necessario ad ispirare alla società le più alte virtù. Un classico intramontabile della letteratura italiana. -