Leggendo questi dodici sonetti - tutti composti entro il 1803 - ci si può fare un'idea completa di chi fosse Ugo Foscolo e quali fossero gli ideali che lo spingevano a vivere e a scrivere. Godendo della bellezza immortale di alcuni fra i suoi più indiscussi capolavori ("Alla sera", "A Zacinto", "Solcata ho fronte") vi si possono individuare le più tipiche atmosfere e tematiche: dal materialismo al razionalismo, passando per il pessimismo ateistico e il patriottismo più sentito. La struggente "In morte del fratello Giovanni", oltre a richiamare esplicitamente il modello latino Catullo, è l'ennesimo esempio di quanto la poesia di Foscolo resti sempre accessibile e, soprattutto, godibile, anche a chi la legga a distanza di oltre due secoli.-